Nel giorno della Festa dei Lavoratori, l’Unione Sindacale Italiana Carabinieri (USIC) lancia il suo primo podcast. Un progetto pensato per dare voce alle esperienze quotidiane dei carabinieri e accendere un riflettore sulle reali condizioni di lavoro all’interno dell’Arma. Nel primo episodio, intitolato simbolicamente “1° Maggio della speranza”, si affronta un tema scomodo ma urgente: la crescente frattura tra chi serve lo Stato e chi lo dirige.
“Un tempo la militarizzazione era un valore. Oggi, in molti casi, è diventata uno strumento di sfruttamento”, afferma nel podcast Antonio Tarallo, Segretario Generale dell’Unione Sindacale Italiana Carabinieri. Viene raccontato il caso della stazione di Nicosia (Sicilia), dove da oltre un anno i carabinieri operano con turni di otto ore, in violazione delle regole contrattuali e senza alcun intervento concreto da parte dei vertici.
USIC ribadisce l’urgenza di riportare dignità e tutele al centro del servizio in divisa e guarda con attenzione alle prime azioni del nuovo Comandante Generale, Salvatore Luongo, come possibile segnale di cambiamento.
Il podcast del Segretario Generale, Antonio Tarallo, è disponibile da oggi sui principali canali USIC.
Anche l’Usif, l’Unione Sindacale Italiana Finanzieri (USIF), in qualità di Associazione professionale a carattere sindacale tra Militari (APCSM), “in occasione della Festa dei Lavoratori, rivolge un pensiero a tutti i militari e agli appartenenti alle Forze di Polizia che, anche oggi, garantiscono la sicurezza del Paese. Questa giornata, simbolo di diritti e tutele per il lavoro, non può escludere coloro che indossano l’uniforme. La sicurezza e la salute psicofisica dei servitori dello Stato devono tornare al centro dell’agenda politica e istituzionale. Troppe volte, infatti, si dimentica che chi tutela la sicurezza è anch’egli un lavoratore, soggetto a turni estenuanti, esposizione al rischio costante e a un progressivo logoramento emotivo e psicologico. Negli ultimi mesi si sono registrati diversi episodi drammatici: dal ferimento grave di agenti impiegati in operazioni di ordine pubblico e di controllo del territorio, all’ennesimo suicidio tra le Forze Armate. Questi eventi non sono numeri. Sono vite, famiglie spezzate e colleghi lasciati nel silenzio. La tutela psicologica non è un benefit, ma un dovere dello Stato verso chi garantisce il bene comune. USIF lancia oggi un appello forte e chiaro: garantire un ambiente di lavoro sicuro non significa solo dotare di mezzi adeguati o strutture efficienti, ma anche intervenire sulla prevenzione del disagio mentale, sulla gestione dello stress e sul riconoscimento del diritto al riposo e alla serenità. Il Primo maggio non è una celebrazione formale, ma un monito: nessun lavoratore dev’essere lasciato solo. Neppure chi lavora in silenzio indossando una divisa”.
Così, in una nota, la Segreteria Generale dell’Unione Sindacale Italiana Finanzieri (USIF).
(1 maggio 2025)
©gaiaitalia.com 2025 – diritti riservati, riproduzione vietata