di Giancarlo Grassi
La patetica storia del responsabile cultura [sic] di FdI che ha pensato bene i avere il suo battito di ciglia di popolarità mettendo le basi per il nuovo Minculpop e prendendosela con un cartone animato e l’inesistente teoria gender, dice con chiarezza una cosa sola: non potranno mantenere nulla di ciò che promettono e dunque se la prenderanno con i diritti individuali con il loro scopo di coprire i loro fallimenti.
E, per essere sicuri di non sbagliarsi, si preparano il terreno prima. Ma perché non spiegano una volta per tutte da dove hanno tirato fuori questa storia infantile della teoria gender? Non esiste una teoria gender, ma lo si capisce solo studiando argomenti di presumibile eccessiva pregnanza per certe teste che raccontano quello che faranno in tempi elettorali e una volta lì non manterranno nulla prendendosela con qualcuno che non c’entra. Vogliono il potere per il potere non per il cambiamento di cui vaneggiano.
Stupiva, dopo la sinistra apparizione di Meloni in Veneto al grido di è colpa del PD che non ha mai vinto le elezioni, che la candidata nuova [sic] che sta lì dal 2006, vicepresidente della Camera dal 2006 al 2008, ministra del Governo Berlusconi del tragico baratro del 2011, si presenti come l’unica roba votabile e la gente ci creda rilasciando dichiarazioni in televisione, e sentendosi importanti, a confermare che in questo paese vince chi grida più forte. Che è parte della tragedia.
Dunque faremo i conti il 25 settembre con chi vincerà – nonostante i giornali, i media dei grandi gruppi, le televisioni (tutte), le radio (in larghissima parte), abbiano già deciso che vincerà lei – e staremo a vedere come Salvini, quello che a Redipuglia dice che ha letto tutti “i libri sulla Grande Guerra perché è appassionato”, come se parlasse del Milan e Berlusconi della esse grassa da protesi semovente biascica di milioni di alberi (e tutti sappiamo dove ce li metterà), faranno saltare in aria la granitica coalizione che, non avendo più i numeri, si dovrà appoggiare al primo che passo, forse ripescando il buon Draghi, o inventandosi qualche altra alchimia, o pescando da Calenda, Renzi e quel PD che è diventato un po’ la Croce Rossa d’Italia per curare le ferite provocate ai bilanci dello stato dalle destre.
Tra il trionfo elettorale [sic] e l’ennesimo fallimento del loro dilettantismo caciarone troveranno il modo di cercare l’attentato ai soliti temi teo-integralisti: aborto, diritti delle donne, diritti delle persone LGBTIQA+, libertà individuali. E c’è chi l’avrà votata in quanto donna e quindi attenta ai diritti degli altri (e delle donne). Welcome to the real world (tanto lei è poliglotta)…
(11 settembre 2022)
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