Medici Senza Frontiere (MSF) ha preso la difficile decisione di evacuare il suo personale e le loro famiglie dall’area dell’ospedale Al-Aqsa, dopo giorni di combattimenti dell’artiglieria nella zona centrale di Gaza e in seguito all’ordine di evacuazione diffuso dalle forze israeliane in tarda mattinata con dei volantini nei quartieri attorno all’ospedale dove lavora l’organizzazione medico umanitaria.
“Con un grosso peso sul cuore siamo costretti ad evacuare mentre i pazienti, il personale ospedaliero e molte persone in cerca di un posto sicuro rimangono nei locali dell’ospedale“, dichiara Carolina Lopez, coordinatrice dell’emergenza di MSF all’ospedale di Al-Aqsa.
Ieri (5 gennaio, ndr), alle 13.30, un proiettile ha perforato pesantemente un muro del reparto della terapia intensiva dell’ospedale di Al-Aqsa. Negli ultimi due giorni gli attacchi dei droni e il fuoco dei cecchini erano a poche centinaia di metri dall’ospedale: “La situazione è diventata così pericolosa che alcuni membri dello staff che vivono nelle zone limitrofe non hanno potuto lasciare le proprie case a causa del rischio continuo di droni e cecchini“, dichiara Lopez. “La conseguente riduzione del personale nell’ospedale ha avuto un impatto sull’assistenza ai pazienti. Ribadiamo che Israele ha l’obbligo, secondo il diritto umanitario internazionale, di proteggere i pazienti e il personale che ancora lavora nell’unico ospedale funzionante nell’area centrale di Gaza”, aggiunge Lopez.
Medici Senza Frontiere continua a chiedere con urgenza un cessate il fuoco prolungato per evitare altri morti e feriti. Nessuno e in nessun luogo è al sicuro a Gaza.
(7 gennaio 2024)
©gaiaitalia.com 2024 – diritti riservati, riproduzione vietata