di Pa.M.M.
Dopo la convocazione con gran spolvero della presidente del Consiglio che mira alle grandi riforme mentre fatica a governare l’ordinario, e poco prima di essere ricevuta dalla lider maxima la segretaria del PD Elly Schlein ha rilasciato un’intervista al TG3 dove ha parlato di come il “cambio della legge elettorale e il stop ai listini bloccati” così che la gente sappia chi vota (e ciao ciao ai donzelli vari) rappresenti qualcosa “che andrebbe nella direzione della stabilità politica” che Meloni attribuisce a nuovo un disegno della Costituzione italiana ad uso Fratelli d’Italia, possibilmente illiberale.
Elly Schlein ha così tradotto in pragmatismo emiliano ciò che Meloni dichiarava con la solita fanfara in piazza ad Ancona (meno gente in piazza di quanto le immagini facessero immaginare); quel dire “Basta ai governi creati in laboratorio” che è proprio ciò che accade con i listini bloccati che hanno permesso a tanti impresentabili oggi in parlamento, di finirci a spese degli italiani senza che gli italiani sapessero chi andavano a votare. E poi si lamentano dell’astensione.
Arriva quindi dal PD la prima risposta politica alla rivoluzione enfatizzata, prima che prevista, da una presidente del Consiglio troppo spesso vittima dell’altissimo concetto che ha di sé. La proposta elettorale riporta il carrozzone coi piedi per terra anche perché Schlein, come già Conte prima di lei, che di autonomia differenziata nemmeno a parlarne e che senza cassare quella proposta dal futuro dell’evoluzione (involuzione) italiana non c’è spazio per trattative. Con il pollice quasi verso di Calenda i due terzi del Parlamento che sono il sogno e l’incubo di Meloni è già più distante degli scafisti da rincorrere per tutto il globo terracqueo e che stanno ancora dove stanno a fare il loro mestiere di mercanti di uomini mentre questo governo di parolai sulla storia dei migranti c’ha sollevato persino uno stato d’emergenza. Parolai da distrazione di massa. Una al giorno.
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(9 maggio 2023)
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