di Redazione Appennino
“Alto, biondo, con gli occhiali, venne scambiato dai nazisti per un soldato inglese con documenti falsi. Fu ucciso e il suo corpo fu posto su un carro da campagna, sotto il sole, per quattro giorni, con il divieto di seppellirlo”: così il sindaco Elio Ivo Sassi racconta, anche in veste di presidente provinciale dell’Associazione liberi partigiani italiani – partigiani cristiani, della tragica fine del minozzese Osvaldo Caselli, ventidue anni, studente di medicina, fucilato il 30 luglio 1944.
Lui, caporale dell’esercito entrato nelle formazioni partigiane delle Fiamme verdi da appena un mese, e gli altri caduti di Minozzo in quella drammatica estate di settantotto anni fa, saranno celebrati domani mattina (domenica 7 agosto), alle 11, con una messa nell’antica pieve, cui faranno seguito gli interventi dello stesso Sassi e di Alessio Mammi, assessore regionale all’agricoltura. Si concluderà con un omaggio floreale e con la benedizione alla lapide dedicata alle vittime di quel rastrellamento.
“Commemoreremo anche – spiega Elio Ivo Sassi – Jean Dabrainville, ventenne francese che era stato arruolato dai tedeschi come autista ma che, alla prima occasione, si era aggregato ai partigiani ed era stato mandato a combattere in Appennino. Fu ammazzato nelle stesse ore di Osvaldo Caselli, con cui si era conosciuto ed aveva stretto amicizia. Nel luogo della sua fucilazione, a Ponte Sponda, poco dopo La Pioppa, lungo la via principale per Villa, alcuni anni fa abbiamo collocato una croce alla memoria”.
Durante quella rappresaglia “furono inoltre fucilati, il 4 agosto, nei dintorni del camposanto – continua il primo cittadino e presidente dell’Alpi-Apc reggiana – altri quattro abitanti di Minozzo, Luigi Milani, Davide Albertini, Riziero Albertini e Carlo Attolini, nonché Armando Dallari e Leonildo Dallari di Maro, in comune di Castelnovo Monti. Durante le giornate precedenti, sempre in zona, erano stati trucidati altri minozzesi, Vittorio Martinelli, Giuseppe Razzoli, Antonio Marazzi, Pellegrino Antichi, Lealdo Croci e Telesforo Costoli, oltre a Nello Cotti di Carniana e ad Italina Vacondio di Reggio Emilia”.
La lapide che li ricorda, posta nel muro esterno del cimitero, in prossimità della strada, rievoca anche lo stesso universitario Caselli e altre tre persone catturate nel medesimo rastrellamento e poi scomparse in luoghi di deportazione, Guido Tacchini, Pietro Farioli e Florindo Farioli.
La manifestazione, indetta, nel settantasettesimo anniversario della Liberazione, oltre che dal Comune e da Alpi-Apc, dal locale centro studi Fiamme verdi, da Anpi e dall’istituto Istoreco, sarà accompagnata dalle note musicali del corpo bandistico di Villa Minozzo. Hanno infine confermato la loro adesione l’Unione montana, gli Usi civici di Minozzo, il Gruppo alpini villaminozzesi, la locale Croce verde, la Federazione italiana volontari della libertà, l’Arcipretura minozzese, l’Associazione carabinieri, il Museo della repubblica di Montefiorino e Villacultura.
Così la nota stampa che ricorda a tutti i residenti della provincia, e non solo a loro, una delle tante efferate strage operate dal nazifascismo, stragi con le quali le moderne destre italiane, oggi sovraniste, non hanno mai voluto fare i conti.
(5 agosto 2022)