di G.G.
Sigfrido Ranucci, conduttore di Report e giornalista sotto scorta da anni, si è visto esplodere la sua auto e quella della figlia di fronte a casa a causa di una bomba rudimentale, mentre erano parcheggiate di fronte alla sua casa a Pomezia. Si tratterebbe di un’attentato con un ordigno non sofisticato, forse un chilo di esplosivo, ma che poteva uccidere.
“Sembra che si tratti di un ordigno rudimentale, ma ora bisogna vedere la natura dell’esplosivo”, così scrive il Corriere nel dare la notizia.
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Sul posto carabinieri, Digos, vigili del fuoco e scientifica. Numerosi i commenti di solidarietà sui social. Il ministro Crosetto ha rilasciato una dichiarazione dove attesta la sua solidarietà al giornalista parlando di “attacco al mondo dell’informazione”. Silenzio dai quelli che gridavano a destra e più a destra che si doveva “togliere la scorta a Ranucci“.
Sigfrido Ranucci vive sotto scorta dal 2014, sotto quella che ha definito in più occasioni una “tutela” dal 2009 per minacce ricevute; con la scorta vera e propria che gli è stata assegnata nel 2014. Reiterate le minacce, mai arrivate a compimento, di sedicenti politici, di revocargli la scorta. Per propaganda. A dimostrazione che a forza di propaganda poi i risultati, rischiano persino di arrivare. Si schiera anche l’Usigrai.
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(17 ottobre 2025)
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