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Svegliarsi e scoprire che La 7 di Cairo è diventata un covo di pericolosi comunisti….

di Giovanna Di Rosa, #complotti

Dunque il deliro complottista di una destra senza programmi, sempre alla ricerca di un colpevole e drammaticamente sempre perdente, se non nei sondaggi, e nervosa, sempre più nervosa, si spinge addirittura a tacciare l’informazione di La 7 – non Rai Tre, già nota come Tele Kabul nei delicati racconti della destra italiana – ma proprio La 7 di Urbano Cairo, di essere “un plotone d’esecuzione” pronta a colpire gli augusti leader.

Sono bastate due puntate dove si sono viste inchieste di Fanpage su maneggi poco chiari di certa destra che sta a destra, dall’interno, della destra ufficiale di FdI e Lega, più un paio di risposte di Corrado Formigli ai leader dei due partiti coinvolti, per scatenare la nuova caccia alle streghe e la trasformazione de La 7 in un nuovo pericolo comunista contro la trasparenza e la bontà d’intenti della santificabile destra italiana, appena ritornata dalla tournée spagnola in terra di Vox.

Tutto ci saremmo aspettati, ma trasformare la televisione di Urbano Cairo in un covo di pericolosi comunisti dal quale guardarsi, ci sembra tipico di una classe politica che non tollera le inchieste, non tollera chi fa il proprio mestiere, che è anche quello di cercare di vederci chiaro, che sembra abituata più ai giornalisti compiacenti – che forse stanno due o tre canali prima – e che si scaglia con troppa violenza verbale contro chi chiede l’intervento dei leader in trasmissione per parlare di ciò che accade – le sprezzanti risposte di Salvini e Meloni all’inviata di Piazza Pulita (vedere per credere) sono inadatte a chi riveste un ruolo pubblico di quella portata.

Chi ha visto le trasmissioni lo sa, non ci sono plotoni di esecuzione, c’è un’inchiesta di un quotidiano, il cui girato completo è stato acquisito dalla Procura di Milano – sono le Procure ad avere il mandato di richiedere le ore di girato, non Meloni – che non ha ravvisato nessun illecito dichiarando, anzi, esserci conformità tra le 100 ore di girato e il filmato andato in onda; Formigli – per il quale, credeteci, non c’è nessuna particolare simpatia personale – ha risposto ad accuse, ha invitato in diretta i protagonisti che per tutta risposta hanno inviato video, o mandato i direttori dei giornali compiacenti, a montare un caso che chiameremo del plotone d’esecuzione, del quale non c’è traccia negli studi di La 7 diventata un pericoloso crogiuolo di comunisti rivoluzionari pronti a mettere a tacere il partito di Meloni. In casa Cairo. Non ci si crede.

 

(16 ottobre 2021)

©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 



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