Oltre cinquemila litri d’acqua per pulire la vernice spruzzata dall’ambientalista che lotta per l’acqua

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di Pa.M.M.

A finire sui maggiori media sia stato quello che viene definito il placcaggio di Nardella e non le idee rivoluzionarie [sic] che il sedicente ambientalista di Empoli ha raccontato in un’intervista abbastanza demenziale sul quotidiano Repubblica. Ma prima di andare oltre alcune riflessioni impopolari e quotidiane.

L’uomo che ha imbrattato con vernice lavabile fatta con acqua (potabile), per pulire la quale sono stati necessari più di cinquemila litri d’acqua (potabile), pare, dovrebbe avere a casa sua un cesso nel quale espleta le sue funzioni corporali che vengono sciacquate via da sciacquoni ricolmi di acqua (potabile) e per lavarsi le auguste terga utilizza acqua (potabile). Da Empoli a Firenze per l’imbrattamento del “palazzo del potere” è venuto con un mezzo che presumibilmente è più o meno inquinante, i suoi indumenti sono stati colorati con l’uso di acqua (potabile, se prodotti in Italia), si lava sotto la doccia (immaginiamo abbia abbandonato la perversione della vasca da bagno colma d’acqua (potabile) e utilizza forse i social e Google i cui server sono raffreddati a ventole e che funzionano ad energia prodotta, guarda un po’, principalmente con l’acqua. Insomma, l’ennesimo genio.

E non è colpa del sedicente ambientalista se la politica ha da sempre deciso, in questo paese, che gran parte dell’acqua che si utilizza anche per usi non domestici sia potabile, ed è sempre la politica, votata da creduloni che votano solo panzane incredibili per poter dare la colpa agli altri, a dare la stura a queste azioni incredibili.

E quindi, siccome tutte le colpe sono della politica – sono parole sue, del sedicente ambientalista – siam venuti da Empoli dove svolgiamo una professione di utilità sociale, siamo quindi dei benemeriti al confronto della marcia politica per un’azione dimostrativa. Che ha dimostrato solo una cosa che non staremo a ripete qui, essendo tristemente sotto gli occhi di tutti. Poi l’Ometto da Empoli si è lamentato degli insulti ricevuti, perché si aspettava la beatificazione in coerenza con il non lo faccio per ego mio ma per far piacere a dio, perché si rende conto che “stiamo andando verso la distruzione”. E magari è solo colpa nostra che non ci accorgiamo di niente, al contrario di quelli che fanno azioni eclatanti, e la soluzione è proprio imbrattare muri e monumenti. Noi, coglioni, non ce ne accorgiamo.

Ora insultateci.

 

 

(18 marzo 2023)

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