di Daniele Santi
La linea governativa sui migranti sembra essere “dire la qualunque basta non stare zitti”, così assistiamo all’allegro alternarsi degli aforismi di Piantedosi, con rapido inserimento e ancor più rapida retromarcia del Ministro che di Meloni è anche cognato, fino ad arrivare al capolavoro ultimo venuto: la nuova linea di Piantedosi sui migranti: “Fermatevi, verremo noi a prendervi”. Una barzelletta straordinaria, che però non fa ridere.
Così mentre al governo si tratta sul protocollo di benvenuto dando per scontati tappeti rossi e concerto – obbligatorio l’inserimento di musiche locali – il ministro dell’Interno rende noto di essere uno “talmente capace” di emozionarsi da farlo “prima che le tragedie avvengano”, forse servendosi di tarocchi divinatori o di doti paranormali che nel quotidiano, evidentemente, non possono manifestarsi, toccando rimanere dentro l’aurea mediocrità che garantisce l’uniformità d’azione governative per non offuscare l’azione della divina presidente del Consiglio.
Dunque, mentre si sistema il protocollo per il comitato di benvenuto ai migranti, mentre attendiamo il piano Lollobrigida per l’ingresso di 500mila migranti – anzi, no, si è sbagliato – restiamo in attesa di conoscere i dettagli del “verremo noi a prendervi” – ci si riferisce ai quando, come, in che modo, con quali mezzi, per farne cosa, che magari non si riesce a mantenere che la metà di ciò che si dice, ma almeno la si pianta di dire la qualunque.
Resta anche da capire se a raccogliere i carichi residuali da zone di guerra si impiegherà la Marina Militare. Con tutti i rischi che ne derivano (e per favore, rispetto al concerto di benvenuto, non si dimentichino i tempi dispari).
(1 marzo 2023)
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