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Generazioni(R)esistenti 2026 Memoria Diritti Partecipazione, torna con una programmazione imperdibile

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La rassegna Generazioni(R)esistenti 2026 Memoria Diritti Partecipazione che ogni anno propone appuntamenti da gennaio a luglio, è stata inaugurata in anteprima venerdì 5 dicembre scorso con la presentazione del libro Gaetano Salvemini L’impegno intellettuale e la lotta politica di Francesco Torchiani che ha dialogato in biblioteca a Scandiano (dedicata proprio a Gaetano Salvemini) con lo storico Mirco Carrattieri. Obiettivo della rassegna è quello di proporre un percorso attraverso le vicende storiche scandianesi, realizzato in collaborazione con le diverse associazioni e scuole presenti sul territorio per consolidare il valore della forza delle idee, per favorire una cittadinanza attiva e propositiva dei singoli all’interno della comunità.

Fare, dunque, memoria del passato per affermare i diritti di oggi attraverso una partecipazione attiva, consapevole e responsabile. All’interno della programmazione si alterneranno iniziative a carattere più istituzionale (Giorno della Memoria, Giorno del Ricordo, 25 aprile, 2 giugno) ad iniziative a carattere culturale, artistico (proiezione di film, presentazione di libri, incontri con autori), cercando di mantenere sempre alta l’attenzione verso le giovani generazioni.

Un focus importante verrà proposto in occasione del Giorno del Ricordo con la mostra Italiani d’Istria. Chi partì e chi rimase prodotta dalla Fondazione Fossoli a cura di Lucia Castelli che verrà allestita in sala Casini dal 7 al 28 febbraio con inaugurazione sabato 7 febbraio. L’esposizione tratta l’esodo giuliano-dalmata raccontato dalla viva voce dei protagonisti, dagli italiani che lasciarono l’Istria per approdare al Villaggio San Marco di Fossoli, in quello che era stato un campo di prigionia nazifascista, da coloro che scelsero altre destinazioni in Italia o all’estero, ma pure da chi invece decise di rimanere nell’ex-Jugoslavia. All’inaugurazione sarà presente la fotografa e curatrice Lucia Castelli che guiderà il pubblico alla scoperta della mostra. Seguirà un momento di approfondimento storico.

Si terrà, come di consueto, sabato 3 gennaio la commemorazione dell’Eccidio di Fellegara, agguato fascista in cui persero la vita quattro giovani scandianesi, fucilati nei pressi del ponte sul Tresinaro della frazione del Comune di Scandiano.
L’appuntamento è alle 11 in via Ca’ Mercati, sul cippo dedicato alle giovani vittime della violenza fascista, per la deposizione dei fiori a cura delle autorità cittadine e di Anpi Scandiano. A seguire un piccolo corteo per raggiungere il poco distante anfiteatro dedicato proprio alle staffette partigiane grazie a un progetto curato dalla cooperativa Base per il Progetto Giovani del Comune.
Lo scorso 3 gennaio è stato dedicato un focus particolare a Roberto Colli, un talento musicale dell’epoca. E’ stato possibile riascoltare la sua viva voce grazie ai nastri donati dalla famiglia per l’occasione. Sono stati fatti ascoltare i suoi brani più famosi “Reggianina”, “Chi conosce la Giovanna?”, “Cappuccetto”, “Sogno i tuoi baci”, “Perché non torni?” e “Non piangere mamma”, accompagnati da un’emozionante performance di due ballerini professionisti che hanno danzato sulle note delle sue canzoni.
Il prossimo 3 gennaio il focus sarà dedicato ad un altro dei giovani ragazzi uccisi a Fellegara, Nemo Gambarelli detto “Italo”, ucciso a soli 20 anni. Dopo gli interventi istituzionali ed alcune testimonianze dei familiari tornerà il momento musicale e danzante che l’Amministrazione comunale vuole mantenere come elemento caratterizzante della cerimonia.

L’Eccidio di Fellegara – i fatti storici

Nella notte tra il 2 ed il 3 gennaio 1945 un reparto della Brigata Nera di Reggio Emilia, al comando del famigerato tenente Emilio Carlotto, arriva a Fellegara per effettuare un rastrellamento. Vengono presi in ostaggio quattro giovani: Roberto Colli detto Riva di 23 anni; Nemo Gambarelli detto Italo di 20 anni; Mario Montanari detto Nero di 25 anni; Renato Nironi detto Ida di 22 anni.

I fascisti fermano altri 15 giovani, li portano all’osteria dove li interrogano brutalmente, poi li rilasciano intimando loro di presentarsi il giorno dopo al Distretto Militare per essere arruolati e inviati a combattere. Molti di quei ragazzi scelgono invece di raggiungere i partigiani in montagna. I quattro giovani presi in ostaggio sono interrogati e torturati, poi caricati su un automezzo per essere portati in Piazza Spallanzani dove i fascisti intendono impiccarli. Ma sul ponte per Arceto, la Brigata Nera con i prigionieri si imbatte in una squadra di partigiani “Garibaldini” diretti alla via Emilia per un’azione di sabotaggio.

Nella sparatoria viene ucciso un fascista e rimane ferito un partigiano. I partigiani, molto inferiori numericamente, si ritirano e il tenente Carlotto fa fucilare sul posto i quattro ragazzi. Il giorno dopo la Brigata Nera ritorna in forze e fa un nuovo rastrellamento a Fellegara, che però rimane senza esito perchè quasi tutti gli abitanti nel frattempo si sono allontanati dal paese cercando rifugio altrove. Per diversi giorni i corpi dei quattro giovani partigiani vengono lasciati a terra nella neve, con il divieto ai familiari di poterli recuperare e dare loro una degna sepoltura.

Lo stesso comando provinciale tedesco, con una lettera firmata dal maggiore Frase del Plazkommandantur, espresse disappunto per la fucilazione completamente ingiustificata dei quattro giovani e per la ferocia della Brigata Nera che con la sua brutalità esasperava gli animi e rendeva ancora più popolare il movimento di Resistenza al nazifascismo.

A Fellegara, in via Ca’ Mercati, presso il ponte sul Tresinaro, subito dopo la Liberazione venne realizzato un cippo in ricordo dei i 4 giovani uccisi.

 

 

(23 dicembre 2025)

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