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Impietoso ritratto dell’Italia del Financial Times: “Sostituiti i figli con animali da compagnia viziati”

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di Paolo M. Minciotti

Qualcuno ricorderà che addirittura l’Iran si era fatto beffe dell’Italia dicendo che avrebbe fatto sempre meno figli per dedicarsi di più agli animali domestici. Ci fu un moto d’indignazione generale. Poi lo disse anche il papa polacco: e s’indignarono lo stesso, ma più rispettosamente perché se una fatwa è una fatwa il papa in casa è pur sempre il papa in casa. Poi lo disse anche Papa Francesco lamentando come l’amore per gli animali stesse sostituendo quello per i figli.

Oggi ci pensa il Financial Times a raccontare un’Italia patetica tra passeggini pieni di cani, culle vuote e gatti cresciuti a salse gourmet.

Preciso che amo i gatti, ne ho due, e li tratto bene. Ma se avessi potuto avere figli avrei fatto figli. Non li avrei sostituiti coi gatti. In casa ci sarebbe stato spazio per figli e gatti. Non gli uni al posto degli altri. E passo oltre.

Certamente il Financial Times è stato così impegnato a guardare in casa nostra da dimenticarsi che se in Italia il 40% delle famiglie possiede un cane o un gatto (o più di uno) nel Regno Unito siamo al 60% e negli Stati Uniti al 66%. A Roma i cani sono ben accetti ovunque: nei ristoranti (dove i bambini lo sono assai meno); ci sono carrelli dedicati nei supermercati. Persino in parlamento sono i benvenuti – sembra una battuta, ma non la è.

Il governo Meloni ha introdotto un “bonus animali”, ché la propaganda è tutto, e ha inasprito le pene per chi maltratta gli animali. Perché il forcaiolismo impera anche parlando di quattro zampe.

E dappertutto è un proliferare di eccessi di affettività verso gli animali: culi animali puliti col fazzolettino (vado alla fonte lo voglio lavar), cani tra le braccia, passeggini riempiti da quattro zampe improbabili e isterici come i loro padroni, fiocchi fiocchini e fiocchetti, vestitini, cappottini, pannolini e una spesa annuale di 6,8 miliardi di euro per la cura degli animali: circa 566 € all’anno di spese ipotizzando una popolazione di 10 milioni di animali (ma c’è chi parla di 12 milioni di gatti e 9 milioni di cani circa).

Chissà se i proprietari sono gli stessi che si lamentano per gli 800 € al mese per la badante dell’anziana madre che non vogliono tra i piedi. Certo al cane o al gatto non paghi i contributi (e certamente, spesso, nemmeno alla badante).

Insomma ecco gli animali come centro permanente dell’attenzione affettiva di questo popolo alla canna del gas, in pieno inverno demografico – e in pieno inferno esistenziale – che rinuncia ai figli perché costano troppo e sposa la causa del cane nell’hotel costoso e col cappottino firmato. Una pena.

Certo il quattro zampe costa assai meno del pargolo che devi portare fino all’Università se gli va bene. Si stima che la spesa per il mantenimento del proprio figlio dalla nascita fino alla laurea – rigorosamente in scuole pubbliche e senza buttare i soldi dalla finestra – oscilli tra i 165.000  e i 185.000 euro.

Per le battute sagaci ci leggiamo in un altro momento.

 

 

 

(15 agosto 2025)

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